
Il centro di ricerca EXT è lieto di segnalare la conferenza “Technoscience for Good: Designing, Caring and Reconfiguring”, 11-13 Giugno 2025, Politecnico di Milano.
Parteciperanno alla conferenza il dottor Giulio Galimberti e il dottor Samuele Sartori, membri di EXT, con un intervento dal titolo Dressing to Disappear. Fashion as a Tool for Hacking Surveillance.
Abstract:
L’abbigliamento gioca un ruolo cruciale nella costruzione dell’identità, sia personale che collettiva, intrecciandosi sempre più con questioni legate alla sorveglianza, alla privacy e al controllo. In questo contesto, i capi possono diventare strumenti di resistenza, hacking e sperimentazione artistica. Questo intervento esamina come l’innovazione nella moda e nei tessuti si intersechi con le pratiche di contro-sorveglianza, concentrandosi su tecniche emergenti progettate per interferire con i meccanismi pervasivi di riconoscimento e rilevamento del corpo umano. Uno degli esempi più rilevanti è Cap Able, una collezione che impiega tecniche avanzate di tessitura jacquard per ingannare gli algoritmi di riconoscimento facciale. La collezione integra pattern adversariali che sfruttano le vulnerabilità degli algoritmi, rendendo invisibili le persone alle telecamere di sorveglianza. Ispirati a stampe animali e motivi geometrici, questi pattern introducono distorsioni impercettibili che confondono i sistemi di intelligenza artificiale, pur rimanendo esteticamente gradevoli all’occhio umano. Incorporando elementi di mimetismo computazionale nell’abbigliamento quotidiano, Cap Able rappresenta una fusione di design, ingegneria e resistenza civile. Oltre all’interferenza con il riconoscimento ottico, l’abbigliamento per la mimetizzazione termica sta guadagnando attenzione come mezzo per contrastare la sorveglianza basata su infrarossi. La collezione Stealth Wear, ad esempio, utilizza materiali avanzati per oscurare le firme termiche, mettendo in discussione la capacità di droni e telecamere a infrarossi di rilevare i corpi umani. Riducendo le emissioni infrarosse e mascherando le firme termiche, questi capi sovvertono il principio fondamentale dell’imaging termico, che si basa sulla distinzione tra esseri viventi e ambiente circostante in base alla produzione di calore. Tali innovazioni hanno profonde implicazioni non solo per la privacy, ma anche per il futuro della tecnologia indossabile come mezzo di resistenza socio-politica. Man mano che il confine tra moda e tecnologia continua a sfumare, l’abbigliamento anti-sorveglianza emerge come uno spazio di contestazione contro il monitoraggio autoritario. Attraverso l’analisi di casi studio come Cap Able e Stealth Wear, questo intervento esplora come le innovazioni artistiche e tecnologiche nell’abbigliamento possano agire come meccanismi di resistenza.
Maggiori informazioni sulla conferenza e il programma a questo link.