
Una parte sostanziale degli studi nel campo della storia visiva riguarda fonti “non convenzionali”, che ad oggi restano in gran parte inesplorate. Tra queste, un ruolo predominante è occupato dalle stampe illustrate e dagli effimeri di larga diffusione (Milano, 2018; Twyman, 2008). Vi sono poi i giochi da tavolo, che solo di recente stanno iniziando a essere considerati una fonte preziosa per gli studi storici (Spanos, 2021; Seville, 2019; Keene, 2011), nonostante l’esistenza di lavori pionieristici risalenti a molto tempo fa (Shefrin, 1999a; Shefrin, 1999b; Girard, Quetel, 1982). Un altro esempio è rappresentato dai libri pop-up, sia nelle loro primissime versioni destinate a un pubblico erudito (testi di astronomia e anatomia, che risalgono già al XVI secolo, cfr. Giacomelli, 2023, 2024; Crupi, Vagliani, 2019), sia nelle versioni tipicamente ottocentesche rivolte ai bambini (Reid-Walsh, 2017).
Il ciclo Emersioni di Carta intende concentrarsi su queste tipologie di fonti, utilizzando la caratteristica dell’“emersività” come prospettiva privilegiata per il loro studio.
Il termine “emersività” si riferisce a quella caratteristica per cui un determinato medium trascende i propri confini fisici, creando così un’interferenza effettiva tra lo spazio del medium e quello dell’osservatore (o lettore, o utente), ammesso che si possa tracciare una linea netta di separazione tra medium e fruitore. Questo è ciò che accade oggi con le applicazioni di realtà aumentata, attraverso le quali lo spazio “reale” prende vita con oggetti e contenuti visibili grazie a dispositivi ottici avanzati, come gli Hololens per la realtà aumentata. Tuttavia, è facile riconoscere questa stessa caratteristica anche nel passato, in tutti quei media cartacei capaci di sfruttare tecnologie sofisticate, grazie alle quali dalla pagina di un libro o dal tabellone di un gioco si poteva accedere direttamente all’ambiente circostante (Modena, 2022; Pinotti, 2021).
L’emersività chiama dunque in causa anche tematiche e problematiche della storia della scienza, del libro e della lettura: la necessità di comprendere, studiare e comunicare i fenomeni naturali ha stimolato il superamento della bidimensionalità della pagina stampata, ponendo sfide tecniche destinate a rivoluzionare il rapporto con il libro, che non è più limitato alla sola lettura ma si basa su un’interazione concreta.